lunes, 2 de mayo de 2011

A Cisanello un'équipe pisana è intervenuta su una ventina di pazienti "addormentati" dal Canada

Da Pisa a Montreal si opera via Internet

In futuro l'anestesia a distanza potrebbe diventare uno standard terapeutico

Da Montreal a Pisa, l’anestesia viaggia via cavo. Si chiama tele-anestesia ed è la nuova frontiera del settore chirurgico. Il 30 agosto scoro lo staff del professor Paolo Miccoli ha operato a Pisa una ventina di pazienti la cui anestesia è stata diretta dal Canada. Due équipe mediche, situate in diversi continenti, ma continuamente in contatto per effettuare la visita anestesiologica al paziente di turno.
Tecnologia. Ma quali dispositivi consentono tutto questo? Oltre alle webcam che rendono possibile una visione d’insieme della sala operatoria, la persona sotto i ferri “indossa” quattro dispositivi digitali che ne controllano i parametri vitali: frequenza cardiaca, elettrocardiogramma e ventilazione. Tramite un computer che opera in remoto e controlla i vari macchinari, “l’équipe a distanza” può effettuare la visita anestesiologica preoperatoria del paziente, monitorarlo durante l’intervento o intervenire in qualsiasi momento per variare alcuni parametri.
I test proseguono. Questa nuova tecnica è al momento in fase sperimentale, ma grazie agli studi del professor Francesco Giunta e del dottor Cedrick Zaouter dell'Università di Pisa, in futuro potrebbe diventare uno standard terapeutico. “Naturalmente – conferma il dottor Cedrick Zaouter – abbiamo in programma di proseguire con i test clinici per garantirne l’affidabilità. Per fare ciò dovremo incrementare il numero dei pazienti coinvolti, che passeranno dagli attuali 20 a circa 200. Di questi, metà verranno operati con un controllo ‘manuale’, ovvero con somministrazione in loco, mentre gli altri automaticamente”. Ma cosa succede se salta il collegamento? Nessun problema, la macchina continua da sola, monitorando il quadro clinico del paziente a seconda dei suoi bisogni. In qualsiasi momento è comunque possibile ripristinare il tradizionale controllo manuale. “Sotto il profilo dell’affidabilità – continua Zaouter – finora non c’è stato alcun problema, ma bisogna continuare su questa strada. Abbiamo tuttavia riscontrato che la modalità automatica potrebbe risultare più affidabile di quella manuale e quindi siamo più orientati su questa ipotesi. Ma è ancora presto per dare certezze e bisogna aspettare i risultati delle prossime simulazioni”.
Futuro. Qualche certezza in più proviene invece dagli sbocchi che potrebbero aprirsi con l’introduzione di questo nuovo standard terapeutico. Novità sia in ambito nazionale che internazionale. “A livello italiano – dice il dottor Zaouter - da Pisa un medico potrebbe tranquillamente effettuare una visita pre-operatoria ad un paziente che si trova a Palermo ad esempio. Questo eviterebbe un lungo percorso ospedaliero e un maggiore stress per il medico siciliano. Si accorcerebbero quindi i tempi”. Ma le novità riguarderebbero anche la didattica. “In questa maniera – continua – si accelererebbero i percorsi universitari. Realtà eccellenti, come ad esempio Pisa in ambito endovenoso, potrebbero diffondere meglio i proprio studi e le proprie conoscenze”. Affascinanti anche le prospettive internazionali. “In tanti paesi d’Europa – dice Zaouter – c’è carenza di anestesisti. Il sistema potrebbe risultare molto utile in ‘aree remote’ del pianeta, Paesi del terzo mondo o regioni che non dispongono di un adeguato livello di competenza o esperienza”.
Stefano Taglione

Ne hanno parlato:
Quotidiano Nazionale - Operati con la tele-anestesia
Unità Toscana - Anestesia a distanza

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